‘’Veni, vidi e… ruppi i coglioni.”
È il motto non ufficiale di un certo tipo di personaggio che chi lavora in azienda o su progetti complessi ha incontrato probabilmente almeno una volta.
Arrivano come meteore: fanno una grande entrata, sorrisi, disponibilità infinita, aria da “amiconi collaborativi ed altruisti’’
Poi, lentamente, si trasformano.
Cominciano a non apportare valore, ma assorbono energia, tempo e risorse: come parassiti che si nutrono del lavoro e dell’attenzione altrui.
Non costruiscono, ma minano il clima: cavano mattoni dal muro comune invece di aggiungerne.
Non mettono in discussione il progetto (il che sarebbe sano), ma mettono in discussione le persone, erodendo autorevolezza e creando fratture interne.
Creano fazioni, generano malumori, alimentano voci parallele e contrastanti: veri incendiari di corridoio che lasciano dietro di sé fumo e cenere.
Il risultato è devastante: progetti che saltano, obiettivi ridisegnati in peggio, aziende che si indeboliscono o falliscono.
E spesso la dinamica è sempre la stessa:
entrano, sconquassano tutto, lasciano cocci e team stravolti… e poi cambiano rotta, trasferendosi altrove per ricominciare da capo la stessa recita.
Come cavallette: si posano, divorano, distruggono, e quando il terreno è arido, volano via in cerca di nuova linfa da prosciugare.
Se così non fosse, e non andassero via con le loro gambe, allontanateli voi.
Perché questi personaggi non sono solo divisivi: sono distruttivi.
Non c’è dialogo che tenga: vanno riconosciute subito ed eliminate dal progetto.
Perché la loro presenza non è mai neutra: è tossica.
Il futuro delle imprese si costruisce con chi genera valore, non con chi campa distruggendo quello altrui.
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