Innovare e' un atteggiamento dell'anima.
Cio' che oggi riteniamo ' normale' o 'scontato' probabilmente nel passato non lo era. Si tratti di fenomeni culturali, di invenzioni di prodotti, di conquiste sociali.
E' un moto dell'anima ancor prima di essere una capacita' intellettuale.
Una tensione a rompere lo status quo, a non accettare regole e direzioni imposte da altri: uomini o tempi che siano.
Per innovare non devi fare quello che hanno fatto 'gli Altri'.
Ad un certo punto ti devi allontanare dalla strada gia' tracciata, con il rischio implicito di lasciare indietro anche ciò che di buono esisteva.
Rompere, interrompere, dirompere. Tutte azioni che hanno a che fare con la capacita' e la volonta' di scrollarsi di dosso le abitudini.
Se tutti fanno cosi': fai almeno una virgola in maniera differente.
Nel vedere questa mostra sulla Scapigliatura che tanto mi affascinava a 18 anni e' facile comprendere come il carattere innovativo dell'animo umano sia una costante onnipresente.
Temi come la sinestesia delle arti, il ' non finito', la beata convivenza tra salotti, teatri e osterie che studiamo ora a liceo erano concetti rivoluzionari all'epoca.
Capire l'innovazione del passato aiuta a sviluppare l'attenzione dell'animo a creare innovazione nel presente in tutti i campi.
Questa dovrebbe essere una delle motivazioni chiave da trasmettere di generazione in generazione.