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Quello Che Non Ti Aspetti

'Siamo d'accordo entrambi che il bimbo non ha zero anni. Vero?!’
Giriamo tutti e due piano la testa verso mio figlio che ci guarda.
Il concierge si sincera in un lampo.
Non ha mai visto un bimbo di 0 anni alto 1 metro e 37 cm e quindi deve ammettere prima a se stesso poi a me che ho ragione.
'Non importa. A noi e' arrivata la prenotazione in questo modo: 1 camera singola 1 adulto e 1 bimbo di 0 anni ‘
Lo guardo basito: ’da quanto tempo fa questo lavoro !?‘ chiedo.
’20 anni' mi risponde
‘20 anni e non hai proprio capito un cazz di come si tratta un ospite!’ penso e non dico; ma mi conosco e so che i toni faranno presto a cambiare registro.

“Io ho prenotato una camera per 1 adulto e 1 bimbo. Avesse anche 0 anni, vorrei un lettino e non farlo dormire in una tasca dei jeans”

“A 0 anni si dorme in una culla” mi risponde con la sicurezza che deve avere avuto Galileo Galilei quando dichiarò che la terra gira intorno al Sole e non viceversa.

É l’ultima settimana di agosto.
É il weekend da veri uomini che con mio figlio prepariamo da qualche mese: tour dei parchi di divertimento del Garda.
Ci aspettano adrenalina, acqua, discorsi e confronti di emozioni come: “A te è sembrato di volare?”, “Quello scivolo è più ripido degli altri?”

Trovare una camera di albergo a Sirmione è stato difficile: tutto pieno.
Alla fine siamo riusciti a prenotare una camera di hotel a pochi metri dal lago.

“Nella prenotazione c’è scritto1 adulto e 1 bimbo, ma tranqui la culla la porto io!?” insisto.
“Che c’entra? A 0 anni si dorme in una culla” taglia corto, sempre più certo della rotondità della Terra.

Capisco che non ne veniamo fuori è così dico una di quelle frasi che si aspetta una vita per dirle tipo : ’lei nn sa chi sono io‘ o ‘tu non sai contro chi ti stai mettendo’ oppure 'ti aspetto fuori…‘; così dico tronfio: ‘mi faccia parlare con il responsabile ‘.
Lui dice 14 versioni della Madonna in dialetto veneto e chiama il proprietario dell’hotel, descrivendomi al titolare con 14 versioni di un rompiuova.

Arriva il boss, guarda la prenotazione, continua a difendere la scelta di non darci, non dico una camera doppia, ma una brandina per me anche sul balcone.
Nulla.
Il vaso è colmo.
Volano dei "vergognati!","no, si vergogni lei!", "Beh, vergogniamoci entrambi, ma mi dia un lettino!”
Così. Per 10 minuti abbondanti e intervallati dalla chiamata dall’Irlanda di una assistente della piattaforma booking.com, utile come le profezie del mago Otelma.

Voglio andarmene, trovare un altro posto, ma il tempo stringe: sono le 17.00 e gli amici ci aspettano, faremo lo Space vertigo con le luci della sera -ho già la nausea all’idea - deve iniziare il nostro weekend da uomini veri, se cercassimo un hotel ora, arriveremmo al parco il primo weekend di ottobre.

Mio figlio mi guarda, sente la tensione.
Io penso di avere fatto tutto quello che un padre non avrebbe dovuto fare davanti a suo figlio.
Mi dice: 'Pa' a me va bene così: dormiamo stretti’.
Sono certo che mentre lo diceva sopra la testa sia apparso luminoso l'hashtag #ilmaschiopiumaturoquidentro.

Capisco la bontà e il motivo dell'uscita di mio figlio, l’assecondo per tagliare corto e perché ne ha già viste troppe in 20 minuti e lasciamo la scena con una altra coppia di frasi che sentivo il desiderio di pronunciare da tempo e che sibilo al titolare: ’Non finisce qui!' Il mio problema di oggi sara' il tuo di lunedi’.

Realizzo che la mia capacità minatoria è pari a quella di un koala davanti a un giaguaro e ce ne andiamo: ilmaschipiumaturoquidentro ed io, Schwarzenegger incompreso.

Il weekend ha inizio e va come si era immaginato, o forse meglio: momenti preziosi insieme da ricordare per diverso tempo o forse per sempre.
Un weekend in cui ho riscoperto il profumo piu’ buono del mondo: quello che si trova nello spazio tra il collo e l’attaccatura dei capelli di mio figlio che per due notti ho potuto avere a pochi centimetri dal naso.

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