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Mai Provi Mai Sai

'Sto riposando in camera mia, dopo pranzo… sdraiato e con le cuffie del walkman alle orecchie ascolto “Even better than the real thing” degli U2. Band che ha scritto la mia personale colonna sonora di quegli anni.
Di anni ne ho 17 … tra una mezz’ora prenderò la moto ed andrò ad allenarmi. Liceo e calcio dettano il tempo delle mie giornate. 
L’ora che separa le 14 dalle 15 è uno dei pochi momenti di ozio in cui tirare il fiato.
Scorgo con gli occhi semichiusi mia madre che si affaccia dalla porta che delimita il mio mondo dal resto dell’universo.
“Sono arrivati dei fiori per te” mi dice e lo fa con un’aria tra il basito e l’insofferente che sottintende :” Esiste davvero una probabilità che tu non viva a casa con me e tuo padre fino a quando avrai compiuto 45 anni?”
Mentre dice quelle parole provo la sensazione della convinzione … “Quei fiori non sono per me … “ … si ne sono convinto … non c’è un solo elemento della mia vita che giustifichi tale avvenimento.
Finisce il pezzo degli U2 mi alzo e vado in salotto. 
Vedo i fiori ... sono un bel mazzo ne sento il profumo e mi colpisce il biglietto che li accompagna. MAI PROVI MAI SAI.
Sono 4 parole che mi colpiscono come un diretto nella coscienza.
Lo leggo meglio e lo giro e la convinzione che avevo sperimentato diventa un fatto reale … Sul retro non c’è scritto "da Elisa" (la possibile mittente come inteso da chi ha consegnato le rose)… c’è scritto "per Elisa" (in realtà il destinatario) … la mia vicina. E mentre lo leggo Beethoven fa capolino nella mia testa.
Tutto rientra nel corso normale delle cose … le rose non sono per me, posso andare avanti tranquillo a riposarmi ancora una decina di minuti, e fortunatamente l’errore di un impiegato miope non ha rovinato il possibile inizio di una storia d’amore.
Ma le esperienze sono come il maiale … non si butta via niente. E io di quel quarto d’ora ho portato a valore interno quelle 4 parole. MAI PROVI MAI SAI … come fossero un mantra che da allora si è autoinciso nel mio animo.
Provare è l’unico modo che conosco per togliermi ogni dubbio sulla possibilità ed efficacia di quello che ho in testa. Troppe volte ho assistito a discussioni sul da farsi che si esaurivano in palleggi mentali tra teste calde dalle mani fredde. ‘Mettere in azione' permette di rilasciare un’energia diversa, permette alle idee di fare stretching perché una volta fuori dalla testa prendono forma e una vita tutta loro presentando soluzioni inaspettate e nuove strade al loro processo realizzativo.
Discussioni e riflessioni in attesa del momento giusto, del momento più opportuno e propizio, delle risorse più adatte ... del sacro graal della perfezione che dia il benestare ad agire.
… non esiste il momento giusto … il momento giusto lo crei tu.’

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