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Serendipità

Decido di andare a Monaco in macchina. Più o meno è la stessa distanza che c’è per andare da Pavia a Roma. Non voglio avere vincoli di orario. So che l’appuntamento è alle 14,30 non so quando finirà e voglio sentirmi libero di decidere quando ripartire. 
Parto presto per essere a Monaco qualche ora prima … ho un problema mi accorgo che dei tre telefonini che per vicissitudini varie mi trovo ad avere solo uno può funzionare all’estero. 
Mi obbligo a pensare che funzionerà per forza.
Mi faccio lo screenshot del percorso, si sa mai … e inizia il viaggio. 
Arrivo al confine piove e il terzo telefono non va. 
“Attiva il roaming - Scarica dati cellulare - Chiama Batman” so che si può pensare a queste soluzioni ma no … le prove tutte ma non va, quindi non riesco a collegarmi alla rete per seguire la mappa.


Siamo io, il piccolo screenshot con una percorso blu sul telefono e il mio cervello che mi dice con la sicumera di chi ha fatto lo stesso viaggio 16 anni prima : “Quante strade per andare in Germania vuoi che ci siano? … vai sempre dritto guarda anche lo screenshot” .
Io gli do anche retta ma al primo autogrill mi fermo e prendo una cartina della Germania e soprattutto chiedo alla signora alla cassa se per Monaco devo andare sempre dritto e seguire per San Gottardo.
Mi risponde si vai dritto e mi fido di una signora a cui 48.675 autisti al mese chiederanno la stessa informazione.
Mi rimetto in moto punto il San Gottardo e una volta terminati i 16 km di tunnel sento che qualcosa non va … “Azz c’entra Zurigo !?” sbotta il cervello. 
Ogni volta che interviene sento la necessità di fermarmi all’autogrill e chiedere conferma che mi viene data da un gruppo di Fratelli d’Italia diretti a Basilea che con solidarietà mi cercano di dare piu’ indicazioni possibili. Ovviamente capisco cosa devo fare nei primi 6 km per i restanti 400 il buio. Realizzo di aver allungato il percorso di circa 2 ore e mezza. E di aver sbagliato passo ... era il san Bernardino.
Spiegherò al telefono alla sera a mio figlio “ è un po’ come voler andare a Torino e trovarsi a Venezia”.


Dopo i 6 km imparati a memoria e con una cartina che cominciava a dare i primi segnali della sua utilità mi trovo nel profondo del Cantone dei Grigioni, costeggio 35 tra laghi e laghetti vedo 82 pascoli, Heidi e Peter, Belle e Sebastien, Guglielmo Tell ma non trovo la strada che mi porta alla mia personale Itaca : Bregenz … raggiungerla significherebbe tornare sulla retta via. 
Odio arrivare in ritardo soprattutto se non puoi avvertire e da quando sono in Svizzera lo sento ancora di più come se l’essenza dei Grigioni si fosse impossessata di me.
Sulla mappa ci sono nomi che non vedo per strada e viceversa.
Inviterei i formatori di PNL quando cercano di trasmettere il concetto “La mappa non è il territorio” a perdersi nella campagna svizzera : il nirvana neurolinguistico è garantito. 
Finalmente scorgo un cartello è la mia salvezza devo andare in quella direzione e non farmi distrarre e così come Ulisse mi incollo le mani al volante per non farmi distrarre da deviazioni sirene e maghe Circonvallazioni. Ci siamo … Bregenz mia dolce Bregenz … sto arrivando. 
Raggiungo Bregenz e la celebro andando all’autogrill per poi procedere spedito verso Monaco. Arrivo all’appuntamento alle 14.25. Quindi il viaggio Pavia Roma in realtà si è trasformato in Aosta Reggio Calabria passando per la Puglia. Ma tutto ok sono arrivato in orario.


Il viaggio di ritorno fila liscio, complici i mancati limiti di velocità e l’aria di casa la BMW performa a dovere e i pensieri vanno veloci come i giri delle ruote sull’asfalto. Il viaggio sta compiendo la sua magia. Testa cuore e sensi hanno assorbito linfa nuova. Quello che avviene durante un viaggio avviene anche interiormente, si sperimentano nuove strade, si trovano nuove soluzioni, ci si apre a diverse prospettive e penso che aver sbagliato strada sia stato il valore aggiunto di questa breve ma intensa esperienza.
Perché se non mi fossi perso non avrei visto dei posti meravigliosi e non avrei una storia da raccontare a mio figlio che so che lo farà ridere. Non avrei sperimentato la serendipità.
Perché perdersi a volte non è affatto male … perdersi è l’unico modo per ritrovarsi.

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