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Perché Un Imprenditore Dovrebbe Andar Per Mostre

In realtà la domanda dovrebbe essere estesa a tutti ma mi concentro su coloro che hanno deciso di fare della creatività il loro mestiere. Coloro che sono creatori di imprese e di soluzioni.

Nell'anno appena trascorso ho avuto il piacere di visitare 50 mostre. Ho visto opere d'arte meravigliose da Klimt a Warhol, da Caravaggio a Hayez, passando per De Chirico, Gaudì, Hokusai, Modigliani, Klee, Bansky e molti altri. Quadri, sculture, fotografie testimoni del lavoro interiore di menti eccellenti.

Li ho visti in splendidi musei, in chiostri sconosciuti, dentro chiese e palazzi eleganti a Genova, Malta, Verona, Vienna, Livorno, Milano, Barcellona e dove il tempo ritagliato in giorni liberi, pause pranzo e dopo il lavoro mi permetteva di andare. 

Ho iniziato questo viaggio per passione ma poi ho cominciato a considerare queste ore un investimento professionale ... ora vi spiego perché.

  1. La maggior parte delle persone con cui ho avuto modo di parlare di mostre e musei pensa che gli artisti siano mossi unicamente dall'amore per ciò che creano. Degli ispirati poco pragmatici ... innamorati delle loro creature. Sbagliato : il mercato dell'arte è sempre stato caratterizzato da mecenati, mercanti d'arte e compratori e gli artisti hanno sempre lottato per ottenere la propria libertà finanziaria, lavorando fino a cottimo per produrre opere. Caravaggio grazie alla sua arte si salvò la pelle più volte, Hieronimus Bosch visse una vita agiata grazie alle sue opere e sebbene molti finirono la vita in miseria si pensi a Modigliani, a van Gogh a Botticelli molti di loro adottarono strategie di marketing e di vendita molto efficaci e contemporanee per ottenere solidi risultati economici. Se volete ha anche un risvolto emotivo, perché sapere che degli immortali hanno faticato a sbarcare il lunario può consolare quando si passano dei periodi di difficoltà.
  2. Si può comprendere che l'innovazione è un processo sempre esistito e sempre presente. La mentalità innovatrice si acquisisce abituando il pensiero a cogliere le sfumature e a permettergli dei salti di paradigma grazie alla sperimentazione. Nella ricerca dell'innovazione l'errore è concesso e a volte è proprio grazie ad errori intermedi durante il processo che si giunge a risultati insperati. "L' ultima cena" di Leonardo da alcuni critici è considerata tecnicamente un errore del genio fiorentino che non trattò il dipinto come un affresco ma come un dipinto parietale su intonaco secco, da qui i problemi di conservazione del colore di una delle opere più importanti al mondo.
  3. Il bello aiuta a vivere meglio e a pensare meglio. E' quasi superfluo ciò che sto dicendo ma a volte non lo si vive con consapevolezza. La cultura del bello deve essere un obbligo imprenditoriale. Che sia un prodotto, che sia una brochure, che sia il sito aziendale, che sia un messaggio promozionale l'imprenditore deve puntare al bello. Il bello nella sua concezione più pura e naturale, il bello che muove il cuore alla gioia e che spinge all'azione creativa.
  4. Il settore museale è tra i settori più in evoluzione. Realtà aumentata, ticketing evoluto, multimedialità, neuromarketing sono alcuni degli aspetti che potrebbero essere tradotti dall'imprenditore dal museo alla propria attività.
  5. Si impara a raccontare. Si imparano nuovi linguaggi e ci si connette a quello che Jung chiama 'Inconscio Collettivo'. I percorsi delle mostre e dei musei sono delle storie raccontate. Alcune mostre che ho visitato erano molto essenziali, minimaliste, pulite nel racconto altre erano roboanti, cacofoniche e ampollose. La giusta misura di cosa dire e come dirlo può determinare la riuscita di un progetto museale e ovviamente di un progetto imprenditoriale.
  6. Ci si misura con le eccellenze dell'umanità. Ora, ciascuno può pensarla come vuole, avviene sia davanti ad un quadro come sui libri, ma personalmente penso sia preferibile che a bisbigliarti nelle orecchie o a soffiarti negli occhi sia un immortale piuttosto che il primo fenomeno del momento. Quanto meno si ha la certezza della durata e l'autorevolezza del messaggio lasciato.
  7. Si apprezzano e si comprendono i processi creativi alla base dei prodotti. Si inquadrano meglio i momenti storici : il loro e il nostro. Si intuiscono i messaggi che hanno avuto presa e quelli che non l'hanno avuta. Si imparano parole nuove, si imparano connessioni da provare a portare nella propria attività quotidiana, si vede il personal branding di personaggi storici in azione.

Questi sono i 7 motivi che ho individuato, ma sono certo che ce ne sono molti di più per regalarsi ispirazione e del tempo formativo di eccellenza.

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