XL
LG
MD
SM
XS

C’era Una Volta Un Bonsai

Lo comprai a Lecco nel 1999.
C'era un gazebo dell'Anlaids dove si poteva acquistare un bonsai e partecipare alla campagna a favore della ricerca contro l'Aids. Mi piaceva pensare di poter contribuire nel mio piccolissimo alla causa e inoltre già mi immaginavo vestito di kimono con forbici e annaffiatoio a far prosperare il mio futuro giardino zen. 
Durò poco ... nel senso che nel giro di poche settimane il piccolo olmo divenne secco e pronto a tirare le cuoia. Avevo due possibilità : buttarlo tra i rifiuti organici o darlo a un caro amico che sapevo essere appassionato di bonsai. Fortunatamente non fui così pigro da scegliere la prima opzione e così lo consegnai senza speranze ad Andrea.
"Troppo concime" fu la diagnosi ... "Gli hai dato troppo concime ...
" "Sapevo di essere un tipo generoso ..." "Stavolta troppo ..."
Con questo breve scambio di battute mi liquidò e cominciò l'operazione "Lazzaro" ... farlo resuscitare.
Ci riuscì e me lo restituì ... ero combattuto volevo lasciarglielo un po' per gratitudine un po' per consapevolezza del colore del mio pollice ... nero come l'inchiostro.
Alla fine giunsi a un compromesso con la mia coscienza : "Lo tieni, ma lo pianti in giardino e lo lasci diventare un albero". Strinsi la mano alla mia coscienza e accettai, scelsi lo spazio tra le rose e il prunus nel cortile dei miei e affidai al sole, alla pioggia e alla terra il compito di prendersi cura di quei pochi centimetri di potenziale...
Sono passati circa 15 anni ... ora l'olmo è alto circa 4 metri, è bello, robusto, fa ombra, ha resistito a intemperie, d'autunno perde le foglie e in primavera le rimette ... vive la sua natura e sprigiona il suo potenziale di crescita giorno dopo giorno.
E' lui una delle mie fonti di ispirazione.
La sua trasformazione è un libro di motivazione e cambiamento da leggere e rileggere.
A volte siamo noi a piantarci in un piccolo vaso e credere di essere bonsai. Lo spazio per far attecchire le radici a volte non è quello giusto, le sfide che accettiamo a volte non sono le nostre o più semplicemente non stimolano la nostra vera natura.
Il punto è riuscire ad accorgersene e sradicarsi per poi trovare il proprio posto nel mondo. 
E per fare questo bisogna consapevolmente ricercare dentro noi stessi, intuire, comprendere e arrendersi alla propria natura. Tutta la resistenza che ci mettiamo ad opporci alla Natura delle cose si trasforma in stress, frustrazione, smarrimento, direzioni sbagliate. "Know thy self" ... conosci te stesso ... è la prima regola alla base della realizzazione di piccole e grandi cose.
E' la prima regola che mi ha insegnato quel bonsai che ha deciso di essere un albero. '

Hai bisogno di maggiori informazioni?
Contattami, senza impegno, cliccando sul pulsante qui sotto, sarà un piacere darti supporto!